I BAMBINI MI CHIAMANO ANCELLOTTI
di Alessandro Ruta
Andare a vivere all'estero e mollare (quasi) tutto non è facile. Specie se il salto è enorme, da Milano città a un borgo montano di mille abitanti nei Paesi Baschi: Otxandio, a tre quarti d'ora da Bilbao. La lingua, il temibile euskera, le abitudini, lo stile di vita: cambia tutto. Come riuscire ad integrarsi "da alieno", insomma? Semplice, attraverso il calcio; è ciò che succede all'autore del libro, il quale nel giro di poche settimane diventa allenatore della squadra dilettantistica del paese, il Vulcano. Tutto quasi a furor di popolo, pur senza esperienze precedenti nel ruolo. Ma solo perché italiano e giornalista sportivo. Gestire una rosa di tutte le età, star dietro ai problemi personali di ciascuno, organizzare partite, trasferte lunghe e snervanti, improvvisare tattiche e schemi, vivere in piccolo le stesse dinamiche dei professionisti: questo e molto altro attende il protagonista, che ci porta anche a conoscere da vicino Euskal Herria, territorio mitico con le sue bellezze e contraddizioni. Nel piccolo Circolo Pickwick del libro, con decine di personaggi che si alternano in campo e fuori, il finale sportivo è triste, perché la squadra non riesce a salvarsi e retrocede. In compenso l'autore, in un mondo dove tutti hanno un soprannome, riesce ad ottenerne uno, ed è quello dell'allenatore "più nobile di tutti", come gli viene detto: Ancelotti. E allora, grazie al pallone, l'integrazione e la maturazione sono complete.
anno di pubblicazione: 2017