
Il Sud del nostro scontento ed altre storie. Un pò per celia, un pò per non morire
di Gerardo Vespucci
Il volume raccoglie articoli, interventi e riflessioni pubblicati tra la seconda metà del 2020 e febbraio 2025, periodo che coincide con l'uscita dell'autore dall'impegno professionale e scolastico.
È una ideale continuazione del suo precedente volume "Segni nel tempo", che raccoglieva scritti e documenti di natura politica e culturale relativi agli anni dal 1977 al 2019.
In esso, l'autore riflette sulla riduzione degli spazi sociali e comunitari, specie nelle zone più povere, come quelle dell’Alta Irpinia a forte rischio desertificazione umana, e sulla generale chiusura nel privato, fenomeni accentuati dalla rivoluzione digitale e che una Istituzione come la scuola non riesce a governare, anche a causa di una guida governativa più orientata al predominio ideologico che guidata da una sana pedagogia sostenuta da una didattica di qualità adeguata al terzo millennio.
Il titolo "Il Sud del nostro scontento" fa riferimento sia al momento attuale che al territorio dell'Alta Irpinia, analizzando la realtà locale e le provocazioni culturali e politiche affrontate negli ultimi anni, mentre il sottotitolo cerca di ridimensionare volutamente le angosce del tempo presente con un sorriso.
L'autore esprime anche la necessità di parlare in prima persona e di armare le proprie capacità critiche per combattere le ingiustizie e le oppressioni: il libro, pertanto, vuole indicare i motivi per cui non bisogna arrendersi e sottolinea i rischi di una rinuncia progressiva al pensiero critico che scivola pian piano verso la soppressione della libertà di pensiero.